Viaggiare in Israele: i controlli alla frontiera

Come affrontare i controlli alla frontiera all’arrivo in Israele?

Israele è un Paese con una storia e una cultura profondissima. Nella sua continua evoluzione, dispone di un numero elevatissimo di attrazioni pronte a soddisfare ogni vostra esigenza.

Non è certamente un caso che sempre più persone arrivino per motivi turistici in questa nazione, soffermandosi sia nelle grandi e più popolose città, sia nelle località di maggior storia.

Per far ciò, iniziamo con il rammentare che il viaggio in Israele non richiede documentazione complessa. È infatti sufficiente munirsi di un passaporto che abbia una validità residua di almeno sei mesi al momento dell’arrivo nel Paese. Nel caso in cui si viaggi con un minorenne, la normativa italiana indica come obbligatorio il passaporto individuale del minore. Per dubbi e situazioni più specifiche, è pur sempre possibile ricorrere al contatto con gli uffici diplomatici israeliani, che forniranno tutte le informazioni più aggiornate al riguardo.

Per quanto attiene il visto, attualmente non è prevista la sua richiesta per permanenze nel Paese sotto i 90 giorni. L’apposizione del timbro sul passaporto non è obbligatoria: potrà esservi rilasciato un tagliando sostitutivo, che potrà essere utilizzato in maniera cautelativa, considerato che molti Paese non permettono l’ingresso a chi presenta il timbro sul documento.

Di contro, avere timbri di Paesi islamici non costituisce un motivo di respingimento alla frontiera, ma può comunque creare qualche pregiudizio dinanzi ai funzionari del confine, che potrebbero dunque scegliere di sottoporre il visitatore a controlli più specifici e lunghi. Peraltro, chi in passato ha già ottenuto un diniego di ingresso, o è stato espulso, difficilmente potrà fare un ritorno nel Paese: è bene in questo caso accertare la propria posizione presso le autorità consolari israeliane all’estero, o presso il Ministero degli interni israeliano, prima di partire. In questo modo si eviteranno spiacevoli conseguenze e malintesi nel momento in cui si sceglie di entrare nel Paese.

Un discorso particolare ricade evidentemente sul transito di palestinesi che non abbiano la carta di residenza a Gerusalemme verso le zone della Cisgiordania e di Gaza, mediante l’aeroporto Ben Gurion o altri: in questo caso scatta un divieto abbastanza rigido, che vale anche per i palestinesi che abbiano diverse cittadinanze, come quella italiana. In questi casi è generalmente consigliabile transitare per Amman se si vuole andare in Cisgiordania, o per Il Cairo se invece si è diretti a Gaza.

Gli agenti di viaggio ricordano infine che per qualsiasi esigenza è pur sempre consigliabile agire in anticipo. Pertanto, se ritenete che il vostro percorso all’interno del territorio di Israele possa far sorgere qualche problematica particolare, è pur sempre meglio contattare preventivamente le Rappresentanze diplomatiche di Israele in Italia, e domandare loro se il vostro programma di viaggio crea problemi, e se è necessario acquisire un visto specifico per svolgere le proprie attività.

Speriamo, con questo, di aver fornito alcuni spunti utili per poter migliorare la pianificazione del vostro viaggio in Israele!

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