Arrivi e partenze, procedure particolari in Israele

Il viaggio in Israele non è un viaggio come tanti altri

Sia perché il Paese propone un bagaglio di storia e di cultura unico nel suo genere, sia perché ci sono procedure particolari per l’arrivo e per la partenza. Ma quali sono?

Innanzitutto, chiariamo subito che per soggiorni in Israele di una durata massima di 90 giorni non serve richiedere un visto turistico. Tutto ciò che dovete fare è dunque esibire un passaporto che abbia una validità residua di almeno 6 mesi dal momento in cui si arriva nella destinazione: si tratta di una regola non certo distintiva per Israele, ma abbastanza comune a molte località.

Una particolarità arriva però nel momento in cui si dovrebbe ricevere l’apposizione del timbro sul proprio passaporto. In Israele le autorità di norma non appongono il timbro sul passaporto, ma scelgono di consegnare un piccolo tagliando azzurro che contiene tutti i dati personali del viaggiatore, del suo arrivo, del punto di ingresso e i termini di validità. Il tagliando vale come una sorta di permesso di soggiorno nel Paese, e viene utilizzato per evitare al viaggiatore di avere successivi problemi di viaggio. Nel mondo ci sono infatti alcuni Paesi che non accettano passaporti che contengono timbri o visti israeliani.

A questo punto si noterà anche che il tagliandino coincide con l’assegnazione al visitatore di un livello di pericolosità, per una scala da 1 a 6: le prime 3 cifre (1, 2, 3) sono di norma riservate ai cittadini israeliani, mentre il 4 e il 5 vengono attribuiti ai turisti, e il 6 viene riservati ai soggetti ritenuti più a rischio. Ricordiamo infine che il tagliandino deve essere conservato con estrema cura per tutto il tempo della permanenza, poiché vi sarà richiesto di esibirlo in più occasioni, e soprattutto nel momento in cui si cerca di entrare nei territori palestinesi.

Un altro riferimento caratteristico con il quale sarebbe opportuno fare i conti è legato agli interrogatori cui a volte si è sottoposti in aeroporto, soprattutto al momento del ritorno in patria. Considerato che tali interrogatori possono essere anche piuttosto lunghi, è consigliabile recarsi in aeroporto con largo anticipo, al fine di non trovarsi con i tempi troppo ristretti per la ripartenza.

I controlli di sicurezza sono particolarmente scrupolosi, e gli interrogatori a cui i viaggiatori potrebbero essere sottoposti sono finalizzati principalmente a capire quali sono stati gli scopi del viaggio in Israele, quali sono state le persone con le quali si è viaggiato o soggiornato in Israele, e quali sono stati i motivi che hanno spinto il viaggiatore a recarsi in alcuni Paesi, desumibili dai timbri di viaggio sul passaporto.

È inoltre possibile che ad essere ispezionati con cura possano essere anche i bagagli. Nessun dramma – evidentemente – ma solamente una caratteristica che dovrebbe indurvi a recarvi in aeroporto con qualche ora di anticipo rispetto a quanto siete soliti fare, al solo scopo di non trovarvi con i tempi di imbarco troppo ristretti.

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